Riconoscimento e comportamenti

La scena del crimine è l’insieme dei luoghi dove si è consumato un reato e/o dove è possibile la repertazione di tracce a successivo uso giuridico/legale.

La ricostruzione di una scena del crimine per arrivare a stabilire cosa sia successo e chi ha commesso il reato, si caratterizza con un’attività per gli operatori della polizia scientifica che devono riuscire a trovare quante più tracce possibili per poter così ricostruire gli eventi e trarre indizi.

Le Forze dell’Ordine ed il Sistema di Soccorso Sanitario 118 spesso devono rispondere alle stesse emergenze, ovviamente con compiti diversi. Questo tipo d’azioni avvengono in tempi diversi ma può accadere di doverle gestire contemporaneamente. Questa diversità di obiettivi può portare in conflitto i componenti delle due forze di soccorso. La chiave per una migliore collaborazione sta nella conoscenza, nella comunicazione e ove possibile nella condivisione di procedure comuni.

Il sanitario che lavora nel soccorso preospedaliero deve essere a conoscenza del- la natura e del significato delle prove fisiche sulla Scena di un Crimine e cercare, ove possibile, di mantenerle intatte senza contaminare l’ambiente più del dovuto, tenendo in considerazione lo scopo principale del proprio lavoro, che è quello di salvare la vita del paziente, chiunque esso sia… vittima o colpevole, salvaguardando sempre e primariamente la propria incolumità (concetto di sicurezza della scena). Poiché ogni volta che qualcuno entra su una scena del crimine ne diventa esso stesso parte, è importante tenere presente che la propria presenza, oltre che le proprie azioni, andranno in qualche modo a modificarla.

Diventa così importante cercare di lavorare in modo da disturbare il meno possibile la scena senza assolutamente rinunciare alle manovre salvavita e all’assistenza d’urgenza nei casi necessari.

Le Forze dell’Ordine arrivando sulla scena del crimine invece iniziano la propria attività investigativa con l’obiettivo di: 1) individuare la vittima del reato, 2) individuare il richiedente l’intervento, 3) individuare tutti i soggetti presenti o nelle vicinanze della scena che possono fornire elementi utili per ricostruire l’evento e determinare l’esecutore/i materiale del crimine commesso.

La scena deve essere delimitata con la creazione di percorsi obbligati entro i quali sarebbe utile imparassero a muoversi da subito anche i soccorritori (per evitare il rischio di spargere impronte e/o oggetti in più luoghi).

Dopo la creazione di percorsi chiamati “Corridoi d’azione o di Movimento”, inizia la fase di descrizione e vengono effettuate fotografie o filmati con lo scopo di cristallizzare l’ambiente prima di passare alle fasi successive. La cristallizzazione permette di poter fare in seguito spostamenti di oggetti e/o corpi senza correre il rischio di non poter più “ricordare” la scena.

Il personale sanitario e l’approccio alla scena del crimine

Il “1° Comandamento del soccorso sanitario” recita comunque che “Il personale sanitario giunto sulla scena del crimine, o presunta tale, deve comunque mantenere come obiettivo primario quello di salvare la vita del paziente”

L’approccio alla scena deve essere condotto ovviamente secondo le regole generali dell’autoprotezione e della sicurezza della scena entro la quale si va ad operare; un soccorritore ferito è un soccorritore che non serve più ad alcuno: non serve al Sistema di Soccorso, non serve alla vittima, non serve a sé stesso e mette in difficoltà la gestione stessa dell’evento, per la difficoltà concreta e reale del reperimento di nuove risorse, fatto non sempre attuabile in tempi brevissimi. In questo caso diventano di primaria importanza le informazioni di “dispatch” fornite dalla centrale operati- va 118, la quale in seguito alle informazioni raccolte durante l’intervista telefonica, dovrebbe essere in grado di valutare, almeno parzialmente, la situazione. Spesso però, anche l’esperienza e la conoscenza del territorio entro il quale solitamente si opera aiutano nel supporre una situazione o nel dare significato a particolari che “ai non addetti ai lavori “potrebbero sfuggire (es. un particolare quartiere conosciuto per essere terreno criminoso, un locale ove è risaputo che vi sia spaccio di sostanze stupefacenti o luoghi ove è risaputo si incontrino criminali).

Generalmente le situazioni reali che si possono verificare sono tre:

x Evento sulla scena di un crimine ancora in atto: quindi ad “accesso chiuso” (per la presenza di pericoli ancora in atto). In tal caso l’accesso alla scena deve esse- re ritardato dando la precedenza alle operazioni di polizia. L’ingresso del personale sanitario avverrà solo con il decadere della situazione di rischio e dopo la “messa in sicurezza” della scena da chi di competenza.

x Evento sulla scena di un crimine terminato, con scena ad accesso “limitato”: presenza di prove per le indagini che possono essere irrimediabilmente pregiudicate o presenza di pericoli ambientali. L’accesso alla scena dovrebbe avvenire utilizzando tutte le precauzioni possibili per diminuire l’alterazione dello stato iniziale dell’ambiente e delle tracce. (es. muoversi entro un “corridoio” specifico, non gettare guanti, aghi etc sul terreno ma mantenerli in uno spazio

ristretto o meglio ancora in un unico apposito contenitore per rifiuti sanitari)

x Evento su scena che NON viene all’inizio riconosciuta come scena di un crimi- ne: nella fase iniziale della missione di Soccorso è necessario ricercare quei segni che possano far sospettare un evento criminoso e correggere i comporta- menti a rischio di compromissione delle tracce soprattutto se le informazioni di dispatch erano carenti. Infatti in ogni intervento territoriale non bisogna mai sottostimare l’evento e va sempre valutata l’ipotesi di pericolo con l’indice di sospetto.

Quindi in tutte queste situazioni viene richiesto uno specifico esercizio da applicare che consiste nel:

  • mettersi in dubbio… sempre!
  • abbandonare la presunzione del “so già tutto”
  • esercitare un’ osservazione a 360°
  • rispettare il lavoro di chi arriverà dopo di noi con altri compiti o che lavora contemporaneamente a noi su un’altra problematica.
  • Prendere coscienza che il Sanitario conosce il proprio lavoro ma non è padrone di quello delle Forze dell’Ordine.

In particolare ci sarà d’aiuto valutare in ogni situazione la:

x presenza di lesioni rinvenute: autolesive o eteroinferte.

x presenza di un eccessivo disordine “non conforme alla norma “ nel luogo dell’evento

x esistenza di Segni evidenti di colluttazione

x presenza di armi da fuoco e/o da taglio

x posizione della vittima non inerente al tipo di colluttazione o assolutamente non consona alla situazione

x esistenza di chiari indizi di un’avvenuta violenza sessuale

x presenza di sostanze e/o materiale (es. formazioni pilifere, sangue, pelle) sotto le unghie della vittima viva o deceduta

x Eccessiva presenza di sangue nella zona non necessariamente circostante l’evento o sulla ipotetica “via di fuga” dell’esecutore del crimine (maniglie, porte etc.)

x Testimonianza da parte dei presenti di rumori legati a situazioni violente (urla, oggetti rotti, storie di abuso di alcool o sostanze stupefacenti etc.)

Le valutazioni sopra citate devono essere applicate nella convinzione dell’importanza che l’atto di “sopralluogo”, in quatto atto fondamentale ed irripetibile degli investigatori, e la relativa documentazione sarà oggetto del successivo dibattimento legale. La scena del crimine contiene quindi, a nostra insaputa, tutte le informazioni chimiche, fisiche e biologiche che concorreranno alla formulazione delle prove per gli investigatori.

Poiché gli equipaggi Sanitari del Servizio 118 sono in genere i primi, ad arrivare sul luogo dell’evento e a vedersi costretti a prestare le prime cure d’urgenza nell’interesse della parte offesa, vittima o colpevole essa sia, è di vitale importanza, che il personale sanitario, i soccorritori o i tecnici del soccorso si preparino ad affrontare tali situazioni ed imparino ad utilizzare degli accorgimenti semplici ma avveduti e preziosi. Tali accorgimenti dovrebbero divenire automatici, pur permettendo lo svolgimento delle operazioni di soccorso, senza rallentarle o renderle meno efficaci, limitando l’inquinamento della scena.

Norme di Comportamento sulla Scena del Crimine

La conoscenza preventiva di arrivare su un evento criminoso dovrebbe spingere ad utilizzare, fin da subito, i dispositivi di protezione individuale (DPI), in particolare guanti, calzari, mascherina e copricapo per evitare che formazioni pilifere, residui sotto gli scarponi e le proprie impronte si mischino alle altre già presenti e che la propria saliva vada ad inquinare le prove biologiche del delitto. I guanti vanno indossati prima dell’entrata in scena, per autoprotezione e per preservare il percorso eventualmente utilizzato dal colpevole, e tolti solamente una volta usciti completamente dalla scena, senza mai lasciarli sul posto a fine operazioni. Questo accorgimento permette di NON aggiungere alla scena elementi estranei e quindi di facilitare il lavoro della polizia scientifica, che altrimenti dovrebbe analizzare elementi aggiuntivi allungando, senza necessità, i tempi investigativi.

In particolare vanno seguito queste semplici indicazioni:

x Seguire un unico percorso di accesso alla scena, da impostarsi dal primo equi- paggio in posto se sanitario o rispettare quello predisposto dalle forze dell’ordine al fine di inquinare con più impronte un solo tratto di percorso (corridoio).

x Proteggere la scena del crimine; indossare la divisa del soccorso non autorizza a muoversi liberamente ed arbitrariamente all’interno della scena del crimine. La divisa non rende immuni dai pericoli anzi a volte alza il livello delle aspettati- ve che, se deluse, potrebbero aumentare le ostilità.

x Evitare di calpestare evidenti tracce organiche: appoggiare tutti i presidi sanitari in un unico posto e possibilmente non sopra a evidenti tracce organiche (es. sangue).

Ovviamente il comportamento, che le diverse figure afferenti alla scena devono adottare, varia in relazione alle condizioni cliniche del paziente. Se il paziente è ancora vivo dovranno essere messe in atto le corrette manovre atte alla salvaguardia della salute, mentre se il paziente è chiaramente deceduto si dovrà inquinare la scena il meno possibile, in quanto ogni movimento del sanitario sarebbe gratuito, non finalizzato e renderebbe inutilmente lungo e difficoltoso il successivo lavoro dell’investigatore.

Si delineano qui di seguito alcune essenziali norme di condotta nelle diverse situazioni che si possono incontrare:

Paziente chiaramente deceduto senza necessità di manovre rianimatorie.

x Indossare il kit di dispositivi di protezione individuali (DPI) completi: guanti, calzari, mascherina, copricapo, al fine di ridurre al minimo la contaminazione con elementi fisici, chimici e biologici. I guanti andrebbero indossati prima di entrare nella scena e tolti solo una volta usciti dalla stessa, per non aggiungere elementi estranei

x Memorizzare la scena, se possibile fare fotografie (cristallizzare) in modo tale che ogni spostamento possa poi essere ricostruito

x Provvedere alla costatazione del decesso spostando il meno possibile la vittima mantenendo la posizione originale. Eseguire lo spostamento della vittima solo se strettamente necessario, diversamente sarebbe irragionevole modificare lo stato del corpo e dei luoghi circostanti

x Evitare di tagliare indumenti in prossimità di fori e o tagli per facilitare agli inquirenti la ricostruzione delle posizioni di vittime e colpevoli. Se occorre, scoprire solo il torace per documentare l’asistolia.

x Isolare la scena se non ancora presenti le Forze dell’Ordine cercando di non fare avvicinare nessuno.

x Evitare di toccare le mani della persona deceduta cercando di proteggerle con sacchetti di carta (se disponibili) in quanto sulle mani o sotto le unghie spesso rimangono residui di formazioni pilifere, di cute o sostanze biologiche. È risaputo che durante un’aggressione la vittima alza le mani e cerca di proteggersi con le stesse

x Evitare di spostare o disarmare armi presenti in posto sia per evitare disgrazie aggiuntive (colpo d’arma da fuoco) sia per salvaguardare le indagini tecniche sull’arma. Se essenziale per la sicurezza, spostare l’arma tenendola per la parte zigrinata del calcio e che riveste un ruolo meno importante al fine di tracce ed impronte

x Non spostare bossoli presenti a terra perché indurrebbero false traiettorie che potrebbero non essere coerenti con la posizione della vittima compromettendo gravemente le indagini

x Non utilizzare mai i servizi igienici sulla scena del crimine.

x Evitare assolutamente di fumare

x Evitare di accendere e spegnere interruttori

Paziente con necessità di manovre assistenziali e rianimatorie

x Utilizzare i normali DPI indossati normalmente nel soccorso con aggiunta di eventuali calzari

x Se si sostituiscono spesso i guanti durante le manovre evitare di gettarli in modo dispersivo ma mantenerli in un luogo definito

x Posizionare il paziente per le manovre assistenziali cercando di ricordare come era stato trovato (se possibile fotografare la scena).

x Valutare l’eventuale avvenuta violenza sessuale e supportare la vittima psicologicamente; segnalare alla centrale questa situazione ed avvisare il personale di Pronto Soccorso in modo tale che all’arrivo in ospedale ci sia del personale specifico per l’assistenza fisica e psicologica.

x Evitare il posizionamento di accessi venosi sulle mani, in modo tale che non ci sia accidentale mescolanza di elementi fisici o biologici esterni. Evitare di usare sostanze disinfettanti per il posizionamento di ago cannula (l’uso del disinfettante potrebbe togliere eventuali tracce). Proteggere le mani con sacchetti di carta

x Evitare di lavare residui organici dal paziente (es. sangue)

x Non tagliare o sciogliere nodi (il modo d’esecuzione di un nodo di elementi di contenimento o la lontananza del collo del paziente dal nodo di un cappio pos- sono indicare se si tratta di autolesionismo o se la legatura è stata effettuata da terzi)

x Conservare gli indumenti del paziente il più integri possibili

x Raccogliere tutti i rifiuti sanitari prodotti durante l’attività di soccorso (garze, siringhe, fiale e farmaci), prima di abbandonare la scena in un unico contenitore di rifiuti

x Trasportare infine il paziente al dipartimento d’emergenza solo dopo aver accuratamente verificato che nessun altro possa entrare nella scena del crimine fino all’arrivo delle Forze dell’Ordine.

In entrambi i casi è obbligatorio compilare una relazione dell’accaduto sia che sia un crimine certo o presunto, al fine di fissare il ricordo che con il tempo, inevitabilmente, si modificherebbe.

CONCLUSIONI

x La missione del personale sanitario 118 non può venire meno, neanche sulla scena di un crimine ed il tentativo di salvaguardare la vita di un essere umano deve continuare ad essere prioritaria su ogni altra cosa. Il personale sanitario deve perciò essere libero di operare e mettere in atto ogni manovra utile a garantire la sopravvivenza della persona e deve essere garante che ogni cura venga posta in essere senza ritardi e limitazioni.

x Il personale sanitario deve comunque avvicinarsi alla scena di un crimine solo all’interno dei consueti canoni di sicurezza. Se arrivati sul posto il personale sanitario deduce che sia ancora presente un pericolo, deve prima informare la propria Centrale Operativa, evitando di avvicinarsi e rimanendo in una posizione di “osservazione” fino a che non si è certi di poter lavorare in sicurezza con la presenza delle Forze dell’Ordine.

x Data l’importanza del sopralluogo di una scena, è importantissimo comprendere l’esigenza di operare in modo corretto e metodico per la tutela delle parti e la preservazione del luogo dell’evento. Importante per un Sistema 118 sarà perciò preparare, informare e far crescere tutte le figure chiamate ad operare su una scena criminosa (sanitari, soccorritori MSB, operatori tecnici del 118) per far si che la collaborazione con le altre forze in campo sia proficua e che tutte le parti lavorino con “ procedure operative” omogenee, parlando tutti lo stesso linguaggio nell’interesse della collettività.

x Il fatto che le manovre sanitarie d’emergenza devono invece essere effettuate velocemente, mal si concilia con l’obiettivo di preservare la scena. Diviene così, più che mai importante acquisire comportamenti che diventino automatici ed abitudinari, come quelli fino ad ora descritti e che consentano ai soccorritori di perseguire pienamente i loro obiettivi, permettendo anche alle Forze dell’Ordine di svolgere adeguatamente il proprio lavoro. L’interesse comune dovrebbe essere quello di creare una sinergia tra figure professionali molto diverse fra di loro il cui obiettivo è la riuscita del proprio lavoro, nel rispetto delle necessità di ogni componente del soccorso.

x La collaborazione da parte di tutti gli attori dovrebbe rappresentare il raggiungimento di un bene comune e dovrebbe aiutarci a ricordare che “tutti siamo dalla stessa parte”.

KIT aggiuntivo per sanitari, suggerito per l’utilizzo su una scena del crimine

  • sovratuta monouso in tyvek – copricapo – guanti – calzari – mascherina
  • macchina fotografica digitale con ottima risoluzione presente nel cellulare di servizio (da usarsi dal personale tecnico o autista soccorritore se evento con vittima non deceduta)
  • nastro bicolore per delimitare la zona
  • buste di carta di varie dimensioni (per mani e/o indumenti)
  • etichette adesive per le buste
  • torcia per una buona illuminazione
  • tamponi sterili per prelievi

MANOVRE E PROCEDURE SCONSIGLIATE

Ricordarsi sempre di:

  • Non posizionare mai a terra i rifiuti sanitari durante l’intervento raccogliendoli in un unico luogo o contenitore
  • Non toccare mai le armi in sito, spostandole solo se costituiscono un vero pericolo!

RACCOMANDAZIONI – “BEST PRACTICE”

x Ricordarsi sempre di:

  • Accertarsi in primo luogo della Sicurezza della scena
  • Effettuare un unico percorso per tutti i soccorritori