La polmonite è il risultato della risposta infiammatoria ad un insulto (infezione) polmonare. Nello specifico si definisce polmonite comunitaria l’infezione polmonare in soggetti non residenti in RSA o in reparti lungodegenza e che non siano stati dimessi da un ospedale da meno di 48 ore.
La polmonite può interessare le vie aeree (broncopolmonite) e una o più aree del polmone (lobare o multilobare) o interstiziale. Tipicamente è determinata da batteri (circa 50%) o virus con trasmissione ambientale interpersonale (vie aeree o contatto) ma può essere anche conseguente ad infezioni fungine, parassitarie o da “ab ingestis”. Spesso risulta quale complicanza di una infezione delle vie aeree superiori (sindrome influenzale).
La polmonite colpisce soprattutto le età estreme (bambini < 5 aa e anziani > 75 aa) con una incidenza in Italia di 1-2 casi/1000 abitanti/anno ed è una causa frequente di morbilità e mortalità con un dato di 1/100.000 adulti sani a domicilio al 15-20% anziani pluripatologici. Nel nostro paese si stimano circa 7000 decessi/anno, colpendo soprattutto soggetti > 65 anni o < 1 anno. I fattori predisponenti, da verificare con l’anamnesi, risultano: tabagismo, diabete, alcool, scompenso cardiaco, BPCO, HIV, tumori, nefropatie, epatopatie, fibrosi cistica, antiacidi, farmaci, reflusso, malattie neurologiche con disfagia, animali da cortile.
Cenni Clinici
Il sospetto in fase acuta fa riferimento a questi sintomi (in ordine di frequenza):
x tosse;
x febbre o ipotermia;
x dispnea con riduzione SpO2;
x affaticamento;
x tachipnea > 30;
x tachicardia > 120;
x espettorato rilevante;
x dolore toracico;
x inappetenza;
x confusione mentale o importante sopore nell’anziano.
La valutazione clinica è essenziale per stabilire se la gravità della polmonite, insieme a comorbidità, fattori sociali, punteggi prognostici di stadiazione, farà propendere per un trattamento domiciliare piuttosto che ospedaliero e/o intensivistico. Le complicanze evolutive della polmonite sono: la pleurite, l’ascesso polmonare, la sepsi, l’emottisi e l’ARDS.
COME SI INTERVIENE: MANOVRE E TERAPIA CONSIGLIATE
Sicurezza dei soccorritori e dello scenario.
- Quick look clinico con approccio ABCDE
- Valutazione primaria del paziente
- Valutazione secondaria con anamnesi ed esame obiettivo per valutare le possibili diagnosi differenziali.
La risposta Terapeutica prevede sia la possibilità di trattamento domiciliare, sia l’ospedalizzazione nei casi più gravi e nei pazienti fragili o con comorbilità importanti (esacerbazione di BPCO, diabete scompensato, nefropatie o epatopatie gravi, scompenso cardiaco, tumori etc.).
Il percorso di cura domiciliare (di competenza del medico di famiglia deve prevedere farmaci e misure prescrittive quali:
x antibiotici eantipiretici;
x antinfiammatori e analgesici;
x riposo e idratazione;
x astensione completa dal fumo;
x ossigenoterapia secondo necessità.
Se il paziente non migliora dopo 48 ore di terapia va eseguita l’OSPEDALIZZAZIONE, in particolare con un indice qSOFA* ≥ 2 per eseguire una diagnostica più sofisticata ed un trattamento più efficace e aggressivo della malattia.
* quick – Sequential Organ Failure Assessment