Incidente Maggiore e Catastrofe: Procedure Operative

La Maxi-Emergenza rappresenta un evento improvviso e imprevisto, in un determinato luogo e momento, che provoca lo sconvolgimento dell’ordine delle cose e a seguito del quale si verifica uno squilibrio temporaneo tra le necessità e le risorse necessarie disponibili per la gestione del soccorso.

Un evento si definisce incidente maggiore quando:

  • Le strutture di soccorso territoriali rimangono integre.
  • C’è un ridotto coinvolgimento 10 <feriti<50.
  • L’estensione territoriale è limitata.
  • L’estensione temporale è < 24 ore.

Quindi ogni qualvolta i singoli servizi che operano in emergenza non sono stati coinvolti dall’evento ma sono in piena efficienza si preferisce utilizzare il termine di inci dente maggiore e di questo ci occuperemo nel seguito.

Un evento si definisce catastrofe quando:

x È un evento, improvviso e per lo più inatteso, che determina gravissimi danni per la collettività che lo subisce.

x  Determina un’inadeguatezza, anche se temporanea, tra i bisogni delle vittime e i soccorsi.

x Può interessare una vasta estensione territoriale e strutture di soccorso e di assistenza (ospedali).

x Coinvolge un grandissimo numero di persone e determina un numero elevato di vittime > 50

x Può avere una estensione temporale > 24 ore.

CLASSIFICAZIONE DI CATASTROFE

x in base al numero delle vittime:

  • limitata < 100 vittime,
  • media tra 100 e 1000 vittime,
  • maggiore > 1000 vittime

x in base alla durata dell’evento:

  • semplice durata dei soccorsi < 6 ore,
  • complessa durata dei soccorsi > 6 ore.

Al termine di questo capitolo saranno esplicitati i concetti di CROSS e di Referente Sanitario Regionale (RSR per le maxiemergenze) istituiti da direttive nazionali del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

INCIDENTE MAGGIORE

Divisione in aree

Il dispositivo sanitario schierato, in maniera progressivamente implementato, include tutta l’area tra la zona interessata dall’evento e gli ospedali in cui i pazienti verranno ricoverati.

Per meglio comprendere la complessità dell’operazione di soccorso, è utile distinguerla in tre aree d’azione (1-3) area calda, tiepida e fredda

e cinque fasi concettuali (1-5):

x Area o Zona dell’incidente (in questa area si effettua il primo triage di massa)

x Piccola Noria (consiste in un circuito di trasporto fra l’Area dell’incidente e il/i PMA

x Posto Medico Avanzato (PMA)

x Grande Noria (consiste in un circuito di trasporto fra il/i PMA (grande noria) e gli ospedali

x Ospedalizzazione (accoglimento negli Ospedali con attivazione dei PEIMAF)

Il PMA costituisce il punto nevralgico dell’operazione di soccorso.

Schierato in prossimità del luogo dell’evento, nel più breve tempo possibile e in luo- go però sicuro.La prossimità permettere brevi percorsi alla piccola Noria.

Il PMA ha come compiti fondamentali l’eventuale stabilizzazione, il trattamento del dolore la valutazione complessiva dei pazienti per stabilire le priorità di trattamento e di evacuazione verso gli ospedali.

Se, in base alle caratteristiche dell’evento, lo schieramento del PMA è riconosciuto utile, la sua ubicazione sarà stabilita dal Direttore dei Soccorsi Sanitari in accordo con il Direttore Tecnico dei Soccorsi, figura professionale del CNVVF.

La stabilizzazione al PMA

Il team operante in questa area applicherà le procedure previste dall’ATLS. La presenza di operatori esperti in questa sede non è l’unico requisito richiesto, la capacità di lavorare in squadra permetterà ad un team di tre o quattro operatori di stabilizzare simultaneamente più vittime gravi afferenti al PMA.

Agli interventi salva vita segue una rapida valutazione di ciascun distretto corporeo ed il condizionamento ossia la preparazione della vittima ad affrontare il percorso che lo indirizzerà all’area designata. Il team di stabilizzazione deve muoversi in per- fetta sincronia esattamente come un’orchestra ed il tempo di esecuzione di ciascuna performance non deve superare i cinque minuti.

Area o Zona dell’incidente: va rapidamente suddivisa in ulteriori zone ad ognuna delle quali verranno, man mano che affluisce personale di emergenza, assegnate squadre di intervento in modo tale da permettere a tutti i coinvolti nell’incidente di avere un soccorso e non lasciare zone scoperte. L’area di triage discrimina i pazienti per categoria di gravità inviando i codici rossi direttamente in area di stabilizzazione. Espletate le procedure, le vittime stabilizzate, al permanere della gravità clinica completeranno il percorso terapeutico in area rossi. In sede di stabilizzazione è altresì valutabile l’invio in aree diverse.

Piccola noria. In situazioni particolari, la piccola noria può estendersi fino al punto di carico per il trasporto definitivo verso gli ospedali (esempio: persone intrappolate per le quali il triage e la stabilizzazione sono effettuate sul luogo dell’incidente con contemporanea disponibilità di numerose ambulanze in attesa),

Trattamento d’urgenza nel PMA (area rossi e gialli)

In questa zona lo stato del paziente viene costantemente monitorato (p.es. misurare pressione, saturimetria, parametri respiratori, ecc.). Medici e operatori sanitari, sostenuti dai soccorritori delle sezioni sanitarie di pronto intervento, attuano i provvedimenti terapeutici prescritti.

Nel PMA vengono effettuati anche semplici interventi. Ad esempio:

x incannulazione di accessi venosi – infusione

x somministrazione di ossigeno (con sonda nasale o maschera)

x assistenza alla respirazione (pallone Ambu o intubazione)

x tracheotomia, drenaggio toracico, apposizione di tourniquet, legatura dei vasi, iniezioni (analgesico/anestetico/cardiotonico), fissazioni di fratture sospette o accertate (Sam-Splint, collare cervicale, materasso a depressione, steccobende)

Trattamento/attesa (area verde)

Nella zona trattamento/attesa verde ci si occupa dei feriti leggeri e di media gravità. Questo significa che è necessaria un’assistenza minima e che il paziente può attendere senza pericoli.

Si verifica la diagnosi, vengono ordinati i provvedimenti terapeutici e lo stato del paziente viene costantemente monitorato (p. es. misurare pressione, ecc.). Possono essere effettuati i seguenti interventi:

iniezioni, infusioni, somministrazione farmaci per via endovenosa, medicazioni, bendaggi.

Se lo stato del paziente si dovesse aggravare, è necessario essere pronti un trasferimento nell’area di trattamento d’urgenza (area rossi e gialli).

All’uscita del PMA va predisposto il Posto di carico per il trasporto (colori giallo e rosso); ulteriore controllo del triage per stabilire la scelta del mezzo e del personale. Il Responsabile medico del PMA stabilisce la categoria dell’ospedale di destinazione (DEA di II° livello, DEA di I°, in presenza di un gran numero di feriti anche presso poliambulatori.

Il Responsabile medico del PMA, in base alla sua complessiva valutazione, stabilisce anche il tipo di trasporto (sdraiato, seduto, mediante ambulanza, elicottero, bus, automobile, ecc).

Il Responsabile Mezzi riceve indicazione sull’ospedale di destinazione e sceglie il mezzo di trasporto.

Chi lavora nel posto medico avanzato:

L’impiego di personale nel PMA deve sempre venire adeguato in modo molto flessibile alla situazione reale (p.es. alla modalità di afflusso dei pazienti, “da soli o in gruppo”). Questo compito estremamente importante viene assunto dal Responsabile del PMA.

Riconoscimento del personale:

Il personale sanitario deve essere facilmente riconoscibile. Il modo più pratico è costituito dall’utilizzo di gilet che forniscono informazioni sulla funzione e sulle qualifiche.

La scritta deve essere collocata sia sulla parte anteriore che su quella posteriore e deve essere leggibile a distanza.

Per la migliore gestione dell’incidente occorre:

La presenza di schede operative predisposte per ciascun ruolo: permette di attivare immediatamente tutte le persone coinvolte nei soccorsi.

Ruoli e responsabilità chiari:

Ogni operazione di soccorso è suddivisa in vari team ben distinti; ogni team ha un proprio coordinatore che ha totale responsabilità e capacità decisionale. Le decisioni strategiche sono prese dai coordinatori e solo loro trasmettono le informazioni secondo la progressione gerarchica.

Incidenti Maggiori e livelli di allarme

Ruolo della Centrale Operativa dell’emergenza sanitaria 118

Dopo la ricezione della chiamata, attivai team di soccorso e ne coordina l’intervento, in accordo con le altre Centrali Operative (112, 113, 115).

In caso di incidente maggiore, deve svolgere un gran numero di compiti supplementari oltre a garantire il “quotidiano”,

Le linee guida del 1996 in applicazione al DPR 27 marzo 92 stabiliscono che la corretta gestione degli eventi complessi impone la collaborazione di tutte le strutture deputate all’emergenza sanitaria e non, attraverso i collegamenti organizzati e diretti secondo linee precise di responsabilità prefissate.

Nel caso di eventi catastrofici nell’ambito territoriale di una sola CO, il necessario raccordo tra il 118 e gli altri Enti (VVF- Polizia, Esercito, CRI) è garantito dal Comitato Provinciale di Protezione Civile (Prefettura), mentre le funzioni di coordinamento delle attività di soccorso, per quanto di competenza del S.S.N., sono attribuite alla C.O. medesima. Durante la fase di allarme e di emergenza, dovrà essere previsto l’intervento sul posto di personale medico ed infermieristico, in collegamento con la CO di riferimento. Contemporaneamente devono essere identificati, negli ospedali entrati in allarme, tutti i ricoverati dimissibili, al fine di poter censire i posti letto disponibili ad accogliere quanti potranno essere inviati dall’area del disastro.

Se la maxiemergenza coinvolge territori più ampi, il coordinamento degli interventi sanitari dovrebbe essere affidato alla centrale regionale di riferimento, precedentemente individuata. Nel caso di eventi che, per intensità ed estensione, devono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari, gli interventi di soccorso e di assistenza alle popolazioni saranno coordinati dal Dipartimento della PC (Legge n. 225/1992).

In fase preliminare la ricezione necessita di risposta rapida ed inoltro al nucleo di valutazione:

x in area urbana verranno inviati il mezzo di soccorso di base e il mezzo di soccorso avanzato di competenza territoriale;

x in area extraurbana verranno rispettivamente inviati l’elisoccorso se disponibile ed il mezzo di soccorso di base più vicino.

I piani di emergenza interni delle Centrali Operative devono fondamentalmente prevedere cinque punti:

x l’allertamento del personale reperibile di centrale;

x il reperimento dei mezzi di soccorso immediatamente a disposizione;

x l’allertamento del personale sanitario reperibile sui mezzi di soccorso; x l’allertamento degli ospedali limitrofi;

x la creazione di una linea di contatto con la Prefettura e con gli altri enti istituzionali e la successiva istituzione di un’unità di crisi ove convoglino i referenti per ciascuna area.

La normativa nazionale ha stabilito quattro i livelli di allarme della Centrale Operativa: Linee guida del Dipartimento di PC n. 116/2001.

  • Livello 0. È il normale livello di funzionamento della centrale operativa; sono attivate le risorse ordinarie e si utilizzano le normali procedure di gestione. È presente quando ci sono condizioni ordinarie o non si è a conoscenza di possibili situazioni a rischio che possono creare stato di maxi-emergenza.
  • Livello 1. È presente quando ci si verificano possibili situazioni a rischio, grandi affluenze di pubblico per manifestazioni sportive, concerti, gare etc. È attivato in loco un dispositivo di assistenza, dimensionato sulla base delle esigenze ed in adesione a quanto previsto da specifici piani di intervento. La Centrale Operativa dispone di tutte le informazioni relative al dispositivo, monitorizza l’evento ed è in grado di coordinare l’intervento.
  • Livello 2. Viene attivato quando vi è la possibilità che si verifichino eventi preceduti da fenomeni precursori, quali ad esempio allagamenti, frane, ecc… Le risorse aggiuntive vengono messe in preallarme, in modo che possano essere pronte a muovere entro 15 minuti dall’eventuale allarme.
  • Livello 3. Scatta l’allarme per il verificarsi improvvisamente della maxi-emergenza. Si mettono in moto e si attivano le procedure per il richiamo, l’invio e il coordinamento di tutte le risorse aggiuntive, inviate sul luogo dell’evento e per l’allertamento di tutte le strutture ospedaliere del territorio.

L’ allarme è ricevuto dalla Centrale Operativa 118, competente per territorio, che valutata l’attendibilità dell’informazione ricevuta, dimensiona l’evento e modula la risposta operativa. Quando alla CO arrivasse notizia di un evento con numerose vittime, per dare una risposta corretta si applica il fattore moltiplicativo, che è differente per ogni tipo di evento:

x per l’incendio si usa fattore moltiplicativo 2

x per l’attentato terroristico fattore 3-4

x per il trasporto passeggeri 3-4

L’integrazione tra la componente sanitaria dei soccorsi e quella tecnica (VVF e Protezione Civile), con l’istituzione di un Posto di Comando Avanzato deve creare un coordinamento condiviso ed efficace di tutte le componenti del soccorso, è questa la condizione indispensabile affinché ognuno possa svolgere il lavoro che gli compete. Sul luogo dell’evento si procederà al recupero, raccolta e trattamento delle vittime assicurandone le prime cure sanitarie e medicalizzazione;

CATASTROFE

Legislazione dei soccorsi sanitari in caso di catastrofe

Il Decreto 16 aprile 1996 istituisce presso il Dipartimento della Protezione Civile un gruppo di lavoro per gli interventi sanitari connessi a catastrofi e rappresenta un notevole passo avanti nell’organizzazione di una risposta ad eventi di portata eccezionale. Il cammino legislativo della Protezione Civile sfocia nel decreto n°116/2001 ovvero “Comunicato relativo al decreto del Ministro dell’Interno delegato per il coordinamento della Protezione Civile 13 febbraio 2001, concernente l’adozione dei “Criteri massima per l’organizzazione dei soccorsi sanitari nelle catastrofi”.

Oltre a fornire i criteri generali per la corretta pianificazione degli interventi di emergenza il documento di fatto istituisce tre figure di coordinamento dei soccorsi sul campo.

Direttore dei Soccorsi Sanitari (DSS) – È necessario che tale figura abbia una formazione specifica nella gestione delle maxiemergenze e sia stato nominato DSS nella fase di definizione dei compiti in modo da offrire garanzie di continuità nella copertura del ruolo.

Il DSS si coordinerà con referenti analoghi dei VVF, delle Forze di polizia e di altre Istituzioni deputate alla gestione dell’emergenza e deve essere in grado di operare immediatamente in modo da svolgere un coordinamento sul campo delle risorse impegnate per la realizzazione della “catena dei soccorsi”.

Egli si assumerà la responsabilità di ogni dispositivo di intervento sanitario nella zona delle operazioni, mantenendo un collegamento costante con il Medico della Centrale Operativa 118.

Direttore del Triage – Medico o, in sua assenza, Infermiere incaricato di coordinare le operazioni di triage sulle vittime.

Direttore del Trasporto – Infermiere o Operatore Tecnico incaricato di gestire la movimentazione dei mezzi di trasporto sanitario in funzione delle priorità emerse durante le operazioni di triage, avvalendosi di un tecnico addetto alle telecomunicazioni.

Se la situazione lo richiederà verrà attivata la catena dei soccorsi sanitari dispiegando le risorse disponibili e fornendo la risposta calibrata alla tipologia di evento.

La Formazione

L’obiettivo dei percorsi formativi è fornire uno strumento di lavoro alle figure deputate al soccorso sanitario, le normative vigenti non contengono nulla di specifico in materia infatti oltre alle ovvie competenze di Sindaci e Prefetti si rende necessaria una gestione sanitaria operativa e manageriale facente capo ad un percorso culturale articolabile su tre livelli:

Percorso formativo di base: si basa sull’informazione circa i concetti fondamentali di medicina delle catastrofi;

Gestione Extraospedaliera dell’Incidente Maggiore: percorso relativo alla gestione extraospedaliera dell’evento incidentale, rivolto al personale tecnico e sanitario che tratta nello specifico gli aspetti operativi connessi alla situazione di maxiemergenza creatasi; Medical Disaster Management, percorso relativo alla gestione manageriale dei soccorsi sul campo, rivolto a figure sanitarie che avranno il compito di dirigere e coordinare i soccorsi.

Deve essere assolutamente chiara la differenza degli obiettivi perseguiti: al Medical Disaster Manager sono richieste le capacità tipiche del direttore d’orchestra che è in grado di modulare l’ingresso dei vari strumenti per dare corpo ad una sinfonia. I tre moduli non sono sovrapponibili perché perseguono finalità diverse.

Management delle Risorse

Il secondo campo di azione è ovviamente rappresentato dalla tipologia dell’Incidente Maggiore.

Occorrono procedure operative condivise per fronteggiare eventi di qualsiasi tipo utilizzando al meglio le risorse che l’avanzato livello tecnologico dei paesi civilizzati possiede.

Con il termine risorse intendiamo il personale, le squadre di intervento, gli equipaggiamenti individuali e collettivi ed i rifornimenti.

Gli obiettivi che deve perseguire un gestore delle risorse sono fondamentalmente quattro:

x stabilire procedure per diversificare la tipologia di risorse

x stabilire procedure per censire le risorse presenti

x stabilire procedure per richiedere le risorse necessarie

x stabilire procedure e modalità per mobilizzare le risorse ove necessarie.

Andrà considerata anche l’attivazione di una procedura per l’invio risorse sul luogo dell’evento, durante l’evento, per sostituire quelle che man mano vengono utilizzate. Le risorse che giungono sulla scena devono essere sottoposte a controllo tramite la compilazione di apposite check–list.

Esistono fattori significativi che possono inficiare la risposta ad un evento e di questi si deve tenere conto.

x Assenza di sistemi di rilevamento e di allarme

x Danneggiamento delle vie accesso e deflusso al sito

x Danneggiamento di equipaggiamenti e risorse dovute all’impatto

x Assenza di sistemi telefonici e di comunicazione

Modalità di risposta graduale

Un ipotesi di lavoro formulata dalla Centrale Operativa potrebbe essere la seguente: massima risposta delle squadre deputate al recupero e soccorso nelle prime ore. La diminuzione progressiva dei team incaricati di questo compito garantisce l’apporto di personale riposato ad intervalli appropriati.

In altre situazioni la risposta graduale è la miglior soluzione poiché permette di mantenere dei livelli di efficienza distribuiti nel tempo.

Linee guida di attivazione (realizzazione di Flow chart)

x definizione della catena di comando; Schema relativo alla catena di comando.

x procedure di comunicazione tra settori;

Schemi individuali di gestione risorse per classificazione di evento:

x in situazioni di allarme preventivo

x in situazioni improvvise o imprevedibili Check list:

Stadio di allarme. Operazioni specifiche per:

x controlli rapidi mediante check list su materiali immediatamente inviabili sulla scena;

x meccanismi di attivazione del personale con eventuali indicazioni sui punti di raccolta.

Stadio stand–by. Indicazioni specifiche per:

x veicoli e mezzi necessari;

x procedure di movimentazione materiali sulla scena o in aree limitrofe sicure.

x debriefing, indicazioni specifiche per la verifica e revisione della qualità.

Logistica

Oltre alla richiesta di materiale sanitario individuale vengono identificate altre priorità:

x carburanti; gruppi elettrogeni di continuità; apparecchiature di comunicazione con sistemi di back–up. Luoghi di ristoro per i soccorritori incluso cibo acqua e supporti sanitari per il personale operante; modulistica amministrativa e tecnica, schede per la valutazione della scena, lista dei materiali disponibili.

Principi tattici di Medicalizzazione

La medicalizzazione è l’insieme dei gesti effettuati sul campo grazie ad un dispiegamento razionalizzato delle forze a disposizione. Lo svolgimento delle azioni è finalizzato all’esecuzione del triage, al trattamento ed al trasporto verso i luoghi di cura definitivi. Gli obiettivi perseguibili da coloro che pianificano la risposta medicalizzata del sistema dei soccorsi sul campo sono brevemente riassunti di seguito:

  • elencare le procedure per il dimensionamento della scena
  • individuare i fattori condizionanti di rischio evolutivo
  • identificare i percorsi di accesso e deflusso al sito
  • delineare le procedure di triage trattamento ed evacuazione
  • evitare afflussi incontrollati verso le strutture ospedaliere
  • definire le procedure per le prestazioni ambulatoriali sul posto
  • definire le procedure di non invio verso le strutture ospedaliere

Lo scenario internazionale impone una particolare attenzione per gli eventi di matrice terroristica che pongono in essere quattro fattori vincolanti alla medicalizzazione: x tempi prolungati di bonifica della zona interessata con ritardo nei soccorsi,

x rischio di attentato secondario con coinvolgimento dei soccorritori,

x rischio di coinvolgimento dei soccorritori in caso di attacchi con armi di distruzione di massa,

x esplosioni simultanee su obiettivi diversi.

Evacuazione: aspetti logistici

Al PMA verranno decise le priorità di evacuazione verso gli ospedali di riferimento ed il processo decisionale è estremamente complesso. La necessità di un’evacuazione programmata non può prescindere da un’accurata valutazione clinica. In altri termini non sarà possibile utilizzare esclusivamente il codice colore per stabilire la gravità ma occorrerà formulare una diagnosi ed organizzare l’evacuazione in base alla disponibilità dei mezzi e delle strutture.

Il primo problema è la disponibilità effettiva dei mezzi poiché difficilmente il servizio sanitario potrà dispiegare risorse imponenti; le ambulanze apparterranno a ospedali, CRI, ANPAS, Misericordie, ecc…, elicotteri ed aeroplani apparterranno alle Forze dell’Ordine, ai VVF, alle FFAA o alle compagnie di volo e ciascuno di questi enti opererà su frequenze radio diverse occorrerà quindi attivare protocolli di cooperazione precedentemente stabiliti.

Il secondo problema riguarda l’accessibilità dei punti di imbarco e sbarco dei pazienti che influenzerà la scelta dei mezzi.

Il terzo problema riguarda l’approvvigionamento di carburante che se assume caratteri di poca rilevanza per i mezzi terrestri è fondamentale per i mezzi aerei. Gli elicotteri dovranno rifornirsi presso aerostazioni non necessariamente poste in prossimità o sul percorso della noria. Il problema va risolto nell’ottica di razionalizzare il numero di trasporti che tale mezzo può effettuare calcolando la sua autonomia in rapporto alla distanza di una singola noria. Il numero di rotazioni corrispondente alla distanza che il velivolo può coprire rappresenterà il numero di pazienti trasportabili prima che si renda necessario il rifornimento.

Evacuazione: aspetti sanitari

L’evacuazione rappresenta un periodo critico durante il quale il ferito può andare incontro a quadri clinici peggiorativi.

Anche le esercitazioni e le simulazioni didattiche considerano poco questa fase temporale. L’evento urbano rende questo problema relativamente marginale per contro lunghe distanze da percorrere in assenza di una sorveglianza adeguata vanificano gli sforzi compiuti dai soccorritori sul campo.

PROCEDURE OPERATIVE

Procedura di Centrale in Stato

Incidente maggiore

C.O. 118 in Livello 0

  1. Allertamento dal luogo dell’evento
    Dispatch:
    Cosa è successo?
    Quante persone coinvolte?
    Localizzazione dell’evento e vie di accesso mezzi di emergenza, Eventuale presenza sostanze pericolose?
    Presenza di portatori di Handicap?
    • Invio del primo mezzo libero e competente per territorio, possibilmente MIKE o INDIA (Nucleo di prima valutazione/osservazione ) che provvede a dimensionare l’evento.
  2. L’operatore che riceve l’allertamento, informa il Medico di Centrale in turno Dopo la conferma che “trattasi di evento maggiore”:

C.O. in Livello 3

Operatore di C.O. 118 allerta:

x 115 Vigili del Fuoco

x Coordinatore infermieristico e infermiere reperibile

x Inviare altri Mezzi secondo indicazioni del Nucleo di prima valutazione/ osservazione, Triage START, e indicazioni pericoli

x Contattare Carabinieri, Polizia, Polizia Municipale

x Contattare il Responsabile di Protezione Civile delle Associazioni diVolontariato per ulteriore supporto previo accordi con la Sala di Protezione Civile

il Medico di C.O. allerta:

x Direttore di Centrale

x Medico Reperibile

x Visiona eventuale “Piano di Emergenza condiviso” (Aeroporto, Stazioni, Aziende a rischio,ecc)

x contatta il Responsabile dell’Emergenza in loco per ulteriori notizie. (vedi flow chart relative)

x Reperibile Prefettura

x Coordinamento 118 ASL

x Sala di Protezione Civile

x Direzioni Sanitarie e Pronto Soccorso Ospedali Distrettuali per attivazione dei rispettivi PEIMAF

x Ricontatta Nucleo di Prima Osservazione per notizie evoluzione evento

Il Medico e l’Infermiere Reperibili appena giunti in Centrale, dopo essersi attrezzati, si portano sul luogo dell’EVENTO per assumere il ruolo di D.S.S. secondo la normativa vigente (Decreto 116 G.U. N° 81/2001

Medico di centrale

Redistribuisce i mezzi non coinvolti nella gestione dell’evento, sul territorio a garantire le aree rimaste scoperte

Ricontatta: Pronto Soccorso (PEIMAF) (Allegato 2) o Direttori Sanitari

Tiene i contatti con il Dirigente di Centrale al C.C.S. in Prefettura

Tiene i contatti con il D.S.S. e da seguito alle sue richieste

Contatta il tecnico informatico di C.O.118 per supporto nella gestione informatica dell’evento

Operatori di centrale

Coordinano i mezzi a disposizione sul territorio nel distretto dell’evento. Coordinano le emergenze sul territorio non interessato dall’evento.

Assegnano la destinazione in ospedale ai mezzi di emergenza per competenza, distrettualità e numero di rientri

Procedura operativa sul luogo dell’evento

La normativa vigente (Decreto 116 G.U. n.81/2001) prevede che sul luogo dell’evento il responsabile della C.O.118 o un Medico delegato dal responsabile medico del 118 svolga il ruolo di Direttore dei Soccorsi Sanitari (DSS), rapportandosi con referenti delle Istituzioni deputate alla gestione dell’evento. Egli si assumerà la responsabilità di ogni dispositivo di intervento sanitario nella zona operazioni, mantenendo un collegamento costante con la CO 118.

RUOLI E COMPITI

Primo equipaggio di soccorso che giunge sulla scena

  1. procede a una prima valutazione della situazione sanitaria – se già possibile, in accordo con I partner (polizia, vigili del fuoco) sul posto – e del tipo di incidente, nonché stima il numero dei potenziali pazienti
  2. feedback alla C.O. sulla situazione stimata e richiesta di mezzi sanitari supplementari
  3. definisce e dispone l’assistenza ai primi pazienti (triage e trattamento)
  4. definisce le vie d’accesso e di partenza, definisce la zona d’attesa per le ambulanze e l’area d’atterraggio per gli elicotteri
  5. bada che il personale sia identificabile
  6. chiarisce presso le organizzazioni partner, polizia e pompieri (capo intervento generale fronte) se il preriage può essere svolto da personale sanitario e definisce il rispettivo personale (protezione personale)

Competenze

Ha diritto di impartire istruzioni organizzative a tutto il personale sanitario, fino all’arrivo del Direttore dei Soccorsi Sanitari

Requisiti

Formazione professionale in maxiemergenze.

Il Direttore Soccorsi Sanitari
  1. Giunto sul luogo, indossa casacca gialla e casco rosso mentre l’Infermiere che lo affianca indossa il casco blu.
  2. Rileva il ruolo di DSS dal Medico giunto per primo sull’evento
  3. Si rapporta con il DTS (Direttore Tecnico Soccorsi) V.V.F. per l’accesso dei soccorsi in sicurezza alle vittime, con il Responsabile di Polizia che coordina le Forze dell’ordine e con il Responsabile dell’Emergenza dell’Ente eventualmente coinvolto (Aeroporto, Ferrovie, Porto, Aziende a rischio) come da piani interni, per la gestione dell’ambiente su cui insiste l’emergenza.
  4. Ricomunica in Centrale Operativa le dimensioni dell’evento, se necessario (scenario esteso) suddivide la zona in più cantieri
  5. nomina un Responsabile del triage sul campo
  6. Designa un medico responsabile del PMA che vi coordina l’intera attività di soccorso. Il Medico Responsabile del PMA a sua volta designa un Infermiere che effettua Triage di accesso al PMA e tiene il computo dei pazienti in transito.
  7. nomina un Responsabile Mezzi o Direttore al Trasporto e Comunicazioni che ne gestirà la movimentazione, in accordo con Responsabile Triage, Responsabile PMA.
  8. Se necessaria la stabilizzazione dei pazienti sul posto, per motivi di numero o gravi traumatismi il DSS in accordo col DTS provvede a far allestire il PMA. Il PMA può essere allestito in un fabbricato posto in zona verde o sempre in zona verde può essere allestita struttura campale. Nella scelta dell’ubicazione del PMA non si può prescindere dal parere del D.T.S V.V.F.
  9. In accordo con DTS, Polizia Municipale o Stradale individuerà un percorso a senso unico per i mezzi di emergenza, che consenta l’accesso al punto di recupero vittime, al PMA, e la viabilità verso gli ospedali (percorso sanitario).
  10. Il DSS insieme a DTS e Polizia costituisce il posto di comando avanzato atto a coordinare l’emergenza in loco in tutte le sue priorità (sicurezza, sanità, ordine pubblico).
  11. Continua a tenere i rapporti con la Centrale Operativa 118, il Rappresentante della Prefettura, le Forze dell’Ordine ed il Responsabile del PMA, il Referente di Protezione Civile, ecc.
  12. Designa un Infermiere o Autista ASL come Responsabile della Logistica
  13. Richiede l’intervento degli psicologi.
  14. Se coinvolti animali richiede l’allertamento del Veterinario ASL reperibile.
  15. Il D.S.S. dispone in merito alla compilazione delle constatazioni di decesso delle vittime e si accerta che vengano consegnate se necessario ai rappresentanti delle Forze dell’Ordine prima del trasporto in obitorio, o altro locale adibito allo scopo.
  16. A fine evacuazione vittime , procede alla raccolta dei cartellini di Triage
  17. Allorché il D.S.S. comunica alla C.O.118 il trasporto dell’ultimo infortunato viene dichiarata la fine dello stato di emergenza e si procede al bilancio dell’evento
Cosa fa il CIM (Coordinatore Incidente Maggiore)

(Infermiere o Tecnico che affianca il DSS)

Supervisiona l’intero scenario e si accerta che le disposizioni date dal DSS vengano correttamente effettuate.

Può anch’egli avvalersi del supporto di un’altra persona da egli stesso individuata.

Competenze

ha diritto di impartire istruzioni a tutto il personale sanitario del PMA, in ambito organizzativo, e all’equipes sanitarie mobili.

Requisiti

Formazione professionale:

Perfezionamento professionale e aggiornamento specifico, con alcuni anni di esperienza professionale ed esperienza dirigenziale

corso avanzato HDM o MIMMS.

Responsabile Posto Medico Avanzato

È direttamente responsabile nel settore medico e nel settore organizzativo. Obiettivo della funzione: Dirigere e controllare tutti i provvedimenti medici sul luogo del sinistro e nel PMA.

Provvedere a una prima assistenza medica d’urgenza possibilmente rapida e sufficiente per assicurare la sopravvivenza del maggior numero possibile di pazienti e per limitare i danni permanenti.

Compiti

  1. se possibile, partecipa al rapporto di consegna con il primo equipaggio di soc- corso e il DSS
  2. valuta la situazione sanitaria con il medico primo arrivato sul posto
  3. definisce, se necessario, un proprio sostituto (entità e durata dell’intervento)
  4. partecipa all’allestimento della struttura sanitaria
  5. si informa presso il DTS sulle ubicazioni delle installazioni provvisorie (posto raccolta dei morti, posto raccolta degli oggetti smarriti, posto di sussistenza, punto d’informazione, cancelli stradali) e trasmette queste informazioni ai suoi collaboratori
  6. stabilisce insieme al DSS la tattica d’intervento del PMA (modalità di afflusso dei pazienti: da soli o in gruppo)
  7. bada all’identificazione e ai DPI del personale sanitario conformemente alle sue funzioni (gilet)
  8. provvede alla gestione medica del pre-triage e dei posti di triage (stabilire le direttive di pre-triage e triage)
  9. decide se gestire una categoria di triage IV (codice blu- “deve attendere”) e in- forma Responsabile PMA, Responsabile triage, Responsabile trattamento d’urgenza, Responsabile trattamento e Responsabile trasporto
  10. provvede alla gestione medica di triage, trattamento d’urgenza, trattamento/ attesa, trasporto (incluso punto di carico)
  11. si informa presso il Responsabile trasporto in merito alla capacità degli ospedali
  12. si informa in merito alla sussistenza e alle sostituzioni
  13. ha diritto di codecisione sul momento di smantellare il PMA
  14. partecipa al defusig o al debriefing dei soccorritori
  15. fornisce informazioni al DSS

Competenze: ha diritto di impartire istruzioni in ambito medico a tutto il personale del PMA e dell’equipesanitaria mobile

Requisiti: Formazione professionale: medico con attestato di capacità quale medico d’urgenza 118 o equivalente. Perfezionamento professionale e aggiornamento specifico:

Corso HDM basico durata: 1 giorno; con refresh la prima volta dopo 5 anni, poi ogni 2 anni.

Soccorritore

Obiettivo della funzione: Assistere le equipes sanitarie mobile e fisse nel PMA (personale professionista)

Compiti

  1. sotto la guida dei professionisti, compila la Scheda d’Accompagnamento del Paziente (SAP)
  2. assiste il personale dell’equipe sanitaria mobile
  3. collabora al recupero di pazienti rimasti intrappolati
  4. assiste pazienti
  5. dietro relativo ordine, collabora al trasporto dei pazienti nell’area di triage (piccola noria)
  6. rispetta le misure di sicurezza prescritte
  7. al termine dell’intervento, sgombero dal PMA e ristabilimento del materiale

Competenze: adotta autonomamente misure salvavita (BLS)

Requisiti: Formazione per non professionisti, Corso basico in maxi-emergenze:

Responsabile mezzi e Trasporto

Obiettivo della funzione

  1. Gestire autonomamente il trasporto. Impiegare in modo mirato i mezzi di soccorso terrestri e aerei.
  2. Inviare il giusto paziente al giusto ospedale di trattamento finale (niente trasporti secondari)
  3. Compiti
  4. ripartisce adeguatamente il personale assegnatogli
  5. provvede all’allestimento, all’attrezzatura e alla preparazione del punto di tra- sporto nel luogo stabilito
  6. dirige il punto di trasporto (organizzazione e coordinamento)
  7. ordina per urgenza di trasporto (TIIa = trasporto immediato, TIIb = può aspetta- re), stabilisce il mezzo di trasporto, definisce l’ospedale di destinazione
  8. prosegue la compilazione della scheda d’accompagnamento del paziente (SAP; tagliando staccabile 1)
  9. provvede affinché venga tenuto il controllo delle entrate e delle uscite (control- lo del flusso di pazienti)
  10. provvede al trasporto verso il punto di carico
  11. mantiene il contatto radio con Responsabile PMA e Triage
  12. mantiene aggiornato l’elenco degli ospedali
  13. comunica tempestivamente al C PMA il fabbisogno supplementare di persona- le e materiale
  14. provvede a garantire la sostituzione del personale
  15. su ordine del DSS provvede allo smantellamento del punto di trasporto e al ristabilimento del materiale
  16. garantisce lo scambio di materiale (ambulanza/elicottero verso PMA) nel punto di carico e, tramite i mezzi di trasporto, trasmette alla grande noria le ordinazioni di materiale medico di consumo

Competenze: gestire autonomamente il “trasporto” ha diritto di impartire istruzioni nel “trasporto” (in ambito medico dopo essersi consultato con il Responsabile PMA.

Requisiti

Formazione professionale:

Almeno Soccorritore certificate se possibile, con formazione complementare Perfezionamento professionale e aggiornamento specifico:

alcuni anni di esperienza professionale nel servizio ambulanza

corso di aggiornamento secondo il concetto di formazione per partner del servizio sanitario in situazioni particolari e straordinarie .

Operatore Centrale d’emergenza sanitaria 118

Obiettivo della funzione

  1. dispiegamento e coordinamento di tutti i mezzi d’intervento
  2. sostegno all’organizzazione del servizio sanitario sul luogo dell’incidente per l’impiego mirato di mezzi di soccorso (terrestri e aerei)
  3. garanzia del flusso di informazioni verso gli ospedali di destinazione

Compiti

  1. aumenta le risorse di personale secondo i protocolli interni di Centrale
  2. raccoglie informazioni, tramite il primo equipaggio giunto sul posto, in merito alla situazione sanitaria e alla comunicazione,
  3. si informa presso il DTS o FF.O in merito alle possibilità di accesso e di uscita,
  4. si informa sulle capacità di ospedalizzazione (secondo elenco), aggiorna le capacità di ammissione e trattamento degli ospedali e le comunica al Responsabile Mezzi e Trasporto
  5. garantisce il coordinamento nel settore sanitario
  6. mette in atto i piani preparati in caso di catastrofe
  7. tiene i contatti con ambulanze ed elicotteri di soccorso e si avvale di notifiche dello stato d’impiego dei mobilitazione di mezzi di soccorso per situazioni particolari e straordinarie
  8. chiede alla Polizia di mantenere libera la viabilità privilegiata (grande noria)
  9. coordina il rifornimento di materiale, su ordine del Responsabile PMA, e dei Mezzi
  10. raccoglie le informazioni sull’incidente e le comunica al Posto di Comando Operativo ( DSS);
  11. trasmette rapporti agli ospedali di destinazione
  12. viene informato dal DSS sulla fine dell’Emergenza
  13. informa gli ospedali sulla fine dell’Emergenza

Competenze

decide autonomamente circa l’impiego dei mezzi di soccorso a disposizione, in stretta collaborazione con DSS, Responsabile Trasporto e ospedali di destinazione

Requisiti Formazione professionale:

Infermiere Operatore di Centrale

Perfezionamento professionale e aggiornamento specifico, in Gestione dell’Inci- dente Maggiore:

esperienza professionale nel soccorso territoriale

In Prefettura

Al verificarsi di un evento grave, il Prefetto garantisce il tempestivo avvio dei primi soccorsi, adottando i provvedimenti urgenti ed assicurando l’impiego delle forze operative per la gestione dell’emergenza, con particolare riguardo ai Vigili del Fuoco e alle Forze dell’Ordine. Quando la situazione è più complessa e richiede interventi coordinati delle diverse componenti del sistema di protezione civile, a livello provinciale viene attivato, presso la Prefettura-UTG, il “Centro di Coordinamento dei Soccorsi” (C.C.S.), quale struttura decisionale per fronteggiare l’emergenza, con funzioni di comando e controllo ed armonizzazione delle misure che fanno capo ad amministrazioni ed enti diversi. A tale riguardo in caso di eventi che comportano la necessità di soccorso sanitario il Direttore della Centrale Operativa 118 o suo de- legato viene convocato presso il CCS. Il rappresentante della C.O.118 si avvale dei contatti con la Centrale e con il DSS sul posto per la gestione combinata con altri enti coinvolti nell’emergenza in sede Prefettizia.

CROSS ed RSR

In caso di catastrofe, per assicurare la direzione unitaria degli interventi di emergenza da parte del Capo del Dipartimento della protezione civile (DPC) è necessario disporre, almeno nelle prime 72 ore dall’evento emergenziale, di un sistema di coordinamento dei soccorsi sanitari urgenti affidato a una Centrale Operativa Remota Operazioni Soccorso Sanitario (CROSS) preventivamente individuata, sita fuori dal territorio della/e regione/i (di seguito nel testo regioni) interessata/e.

Per favorire il necessario flusso delle informazioni tra il territorio colpito e il coordinamento nazionale ( tramite CROSS) e permettere con celerità il dispiegamento delle risorse, ogni regione ha individuato un Referente sanitario regionale per le emergenze, che si relaziona col DPC e con la CROSS, se attivata.

Centrale remota operazioni soccorso sanitario (CROSS)

Requisito fondamentale della CROSS è la capacità, dal verificarsi dell’evento emergenziale, di garantire, almeno per le prime 72 ore, oltre all’attività ordinaria, il perseguimento degli obiettivi ad essa ascritti, assicurando adeguate disponibilità di spazi, dotazioni tecnologiche e risorse umane.

In caso di eventi di cui all’art. 2, comma 1, lettera c), della legge 24 febbraio 1992, n. 225 e s.m.i., anche prima della dichiarazione dello stato di emergenza ai sensi dell’art. 5, della citata legge, il DPC potrà preallertare la CROSS e, sulla base delle valutazioni emerse in sede di Comitato operativo, ne potrà disporre l’effettiva attivazione.

È affidata alla CROSS la ricezione delle richieste di supporto da parte del RSR, l’individuazione delle soluzioni più idonee da porre in essere per soddisfare le esigenze operative, nonché’ l’attivazione e il coordinamento dell’intervento delle risorse attivate. In particolare, la CROSS deve:

  • stabilire tempestivamente con il RSR delle regioni colpite un collegamento continuativo, che permetta uno scambio di informazioni costante al fine di far fronte alle richieste di intervento avanzate dallo stesso;
  • effettuare la ricognizione delle risorse sanitarie delle regioni, finalizzate al soccorso sanitario urgente, disponibili per un impiego in tempi adeguati alle necessità rappresentate dalle regioni interessate; coordinare col RSR delle regioni colpite l’attivazione e l’utilizzo delle risorse sanitarie, o a uso sanitario, messe a disposizione dalle altre regioni;
  • coordinare col RSR delle regioni colpite l’utilizzo delle risorse sanitarie, o a uso sanitario, delle Strutture operative del SNPC attivate tramite DPC;
  • coordinare col RSR delle regioni colpite e con i RSR delle altre regioni, le eventuali operazioni di evacuazione sanitaria.

Inoltre, la CROSS garantisce:

  • la registrazione delle risorse sanitarie o a uso sanitario, richieste e utilizzate;
  • la registrazione dei tempi di attivazione e impiego delle risorse sanitarie o a uso sanitario richieste;
  • il collegamento informatico per raccolta dati e monitoraggio relativo alle attivi- tà di soccorso sanitario nell’area;
  • la raccolta dei dati inerenti le attivita’ di evacuazione sanitaria fuori dalle regio- ni colpite;
  • il monitoraggio e la verifica in tempo reale delle risorse impiegate e delle attivi- tà poste in essere;
  • la comunicazione periodica al DPC sulle attivita’ poste in essere. Il DPC riferisce in sede di Comitato operativo la sintesi delle operazioni sanitarie effettuate.
Referenti sanitari regionali per le emergenze

Il RSR garantisce l’integrazione del Servizio sanitario regionale (SSR) all’interno del Sistema regionale di protezione civile.

Il RSR agisce per conto della Presidenza della regione stessa e, in ragione di ciò, nel caso di eventi emergenziali di protezione civile attiva i canali informativi necessari e, nel rispetto delle indicazioni delle funzioni istituzionalmente superiori, attua in modo tempestivo gli interventi gestionali di seguito descritti. A tal fine, il RSR opera in via diretta o attraverso strutture dell’emergenza sanitaria, secondo l’organizzazione in essere nella propria regione, sia per quanto riguarda la rintracciabilità, la trasmissione e la ricezione dei dati, che per le modalità di attivazione e/o movimentazione delle strutture sanitarie e delle risorse.

Il Referente sanitario regionale per le emergenze:

  • assicura l’integrazione del Sistema regionale di protezione civile e il Servizio sanitario regionale per tutti gli aspetti sanitari connessi con l’evento emergenziale;
  • comunica con la Struttura regionale di protezione civile e con il DPC in relazione alla situazione in atto, alle priorità di intervento e alle risorse necessarie per as- sicurare l’assistenza sanitaria alla popolazione colpita;
    • assicura il raccordo con la CROSS, di cui ai successivi articoli, e con le competenti strutture del Servizio sanitario territoriale, nonché’ con la Struttura regionale di protezione civile;
    • assicura il concorso del Servizio sanitario regionale alle attività di pianificazio- ne dell’emergenza di protezione civile.

Ai fini della presente direttiva, il RSR dovrà possedere una dettagliata conoscenza:

  • dei Sistemi di emergenza urgenza della propria regione, della dotazione, dislocazione e capacità operative delle risorse sanitarie mobili della propria regione, ivi compresi i moduli sanitari;
    • dell’organizzazione sanitaria dei presidi sanitari della regione, anche in merito alle risorse specialistiche, loro dislocazione e operatività;

All’attivazione della CROSS, il RSR della regione opera in supporto alla direzione della stessa per qualsiasi evenienza e necessità correlata, verificando l’attuazione delle procedure nel rispetto dei disciplinari previsti per la funzione (attivazione, gestione, chiusura dell’evento).

Il RSR verifica la disponibilità delle diverse tipologie di risorse sanitarie di possibile prevista attivazione e le comunica direttamente alla CROSS.

Il RSR è riferimento, assieme alla Struttura regionale di protezione civile, della CROSS per le operazioni di evacuazione sanitaria di feriti e infermi dalle regioni col- pite alle strutture sanitarie e socio sanitarie della propria regione.

Il RSR attiva e si coordina con il referente del modulo sanitario della propria regione.

ALLEGATO

Materiale per il riconoscimento

Gilet per forze di comando

Il personale sanitario deve essere facilmente riconoscibile. I gilet devono fornire informazioni sulla funzione, sulle qualifiche e sul grado.

Non esistono invero norme in tal senso né a livello europeo, né a livello italiano. Quasi tutte le Centrali Operative, nel tempo hanno provveduto autonomamente a dotarsi di tali dispositive. Si ritiene opportune, in questo documento, dopo atten ta valutazione, unificare tali dispositive in un modello unico nazionale per funzione con scritte uniformi fronte retro.

L’indicazione della funzione deve essere visibile sul retro e sul davanti. Il simbolo “star of life” deve essere stampato sul retro dei gilet. In questo modo risulta chiaro a tutte le organizzazioni partner che si tratta di personale sanitario. I colori sono conformi alle direttive della International Civil Aviation Organisation (disposizioni ICAO).

La scritta deve essere leggibile a distanza.