Emottisi

L’emottisi (dal greco αΐμα hàima, “sangue” e πτύσις ptΰsis, “sputo”) è l’espettorazione di sangue dall’apparato respiratorio.

Cenni Clinici

Di solito è un evento auto-limitante, ma in meno del 5% dei casi può presentarsi in forma massiva, rappresentando una condizione pericolosa per la vita che necessita di indagini e trattamenti urgenti eseguibili soltanto in ambiente ospedaliero.

Va distinta dall’ematemesi e dall’emorragia rino o orofaringea.

La diagnosi differenziale è ampia, variando da patologie respiratorie minori, come le infezioni delle alte vie respiratorie e la bronchite virale, a patologie molto gravi. Negli adulti, dal 70 al 90% dei casi è causato da:

x bronchite;

x bronchiectasie;

x polmonite necrotizzante;

x tubercolosi.

Il cancro polmonare primitivo è una causa importante nei fumatori di età ≥ 40 anni, mentre raramente una neoplasia metastatica causa emottisi. L’infezione cavitaria da Aspergillus è un’eziologia sempre più frequente, anche se inferiore alle NPL.

Nei bambini, le cause più comuni sono:

x infezioni delle basse vie respiratorie;

x inalazione di corpo estraneo.

L’emottisi può essere sintomo di diatesi emorragica.

L’asfissia dovuta alle inondazioni delle vie aeree piuttosto che lo shock emorragico con collasso cardiovascolare dovuto alla perdita ematica risulta di solito la causa di morte; il tasso di mortalità dei soggetti con emottisi massiva non trattata o con grave difficoltà o impossibilità di trattamento è superiore al 50%.

La comparsa di emottisi in ambito pre-ospedaliero prevede una grave difficoltà al trattamento, indipendentemente dalle cause eziologiche dell’evento, ancor più se tale manifestazione si presenta in forma massiva. L’emottisi massiva è stata descritta come una perdita di sangue che varia tra 100 e 600 ml. In ogni caso qualsiasi quantità di emottisi che compromette lo stato respiratorio o circolatorio del paziente è considerata una emottisi massiva e va considerata un’emergenza medica con un approccio territoriale “Scoop and Run”.

I pazienti con emottisi perciò devono essere gestiti in base alla frequenza e gravità del sanguinamento (massivo o non-massivo) e alle condizioni cliniche del paziente.

COME SI INTERVIENE: MANOVRE E TERAPIA CONSIGLIATE

Sicurezza dei soccorritori e dello scenario.

  1. Quick look clinico con approccio ABCDE
  2. Valutazione primaria del paziente
  3. Valutazione secondaria con anamnesi ed esame obiettivo per valutare le possibili diagnosi differenziali.

L’obiettivo iniziale per l’approccio territoriale d’emergenza dovrebbe essere la stabilizzazione del paziente e la protezione delle vie aeree, che andrà poi seguita, ma solo a livello ospedaliero, da metodi per arrestare il sanguinamento, preferibilmente non chirurgici.

Nelle emottisi massive la liberazione delle vie aeree con un posizionamento adeguato, l’aspirazione con appositi sistemi di soccorso trasportabili, l’ossigenoterapia non umidificata e l’eventuale condizionamento delle vie aeree (sempre difficoltoso in questi eventi) risultano le prime manovre utili (quando tutte attuabili) per la salvaguardia della vita ed il ripristino di una funzione respiratoria efficace. Il condizionamento della via aerea con tubo endotracheale prevede necessariamente la successiva ventilazione artificiale di supporto da attuarsi in tutte le fasi successive con la regolare aspirazione dei residui ematici.

In merito alle perdite emorragiche in corso, una “small volume resuscitation” con cristalloidi per via endovenosa/intraossea e l’infusione di Acido Tranexamico 1g ev lentamente può permettere in molti casi di mantenere una condizione cardiocircolatoria soddisfacente e ridurre o arginare più compiutamente l’emorragia in atto, ponendo il paziente in condizioni sufficienti per essere trasportato rapidamente all’osservazione ospedaliera per il completo management della patologia.

Nelle emottisi non massive il posizionamento semiortostatico, il controllo dell’espettorazione e la somministrazione di ossigenoterapia non umidificata permettono una iniziale stabilizzazione per un rapido trasporto all’osservazione ospedaliera.