La BPCO è caratterizzata dall’ostruzione del regolare flusso respiratorio delle vie aeree; tale ostruzione presente per almeno 6 mesi, è solitamente progressiva, non pienamente reversibile e non si modifica favorevolmente nel tempo. La BPCO riconducibile al tabagismo come causa di morte è passata dal 4° al 3° posto e come causa di morbilità è pas- sata al 5° posto (ISTAT 2014).
Cenni Clinici
La BPCO evidenzia un quadro clinico variabile condizionato da dispnea cronica da moderata a severa, da tosse insistente e inabilitante, da produzione aumentata di secrezioni, da aumentato rischio infezioni polmonari e da episodi denominati Riacutizzazioni o esacerbazioni.
L’esacerbazione, acuta all’esordio, è un peggioramento evidente dei sintomi del paziente, rispetto al suo stato di stabilità, che va al di fuori delle normali variazioni quotidiane. I sintomi comunemente segnalati sono il peggioramento della tosse, l’aumento dell’espettorato con il cambiamento del colore dello sputo e l’aumento della mancanza di fiato.
La modifica di questi sintomi richiederebbe un cambiamento della terapia farmacologica che molto spesso non avviene.
L’esacerbazione della BPCO può essere associata a questi sintomi:
x aumento della tosse;
x aumento della dispnea;
x aumentato volume dello sputo;
x aumento dell’espettorato purulento;
x aumento dei rantoli;
x comparsa di nuovi sintomi delle vie aeree superiori (es.: malattie da raffreddamento, riniti, faringiti e laringiti);
x oppressione toracica;
x ridotta tolleranza all’esercizio fisico;
x maggiore stanchezza;
x confusione mentale acuta inaspettata.
La Visita clinica del paziente acuto deve essere indirizzata ad evidenziare i seguenti segni:
x tachipnea con squilibrio espiratorio;
x torace espanso con evidente attivazione muscolatura espiratoria;
x riduzione murmure vescicolare con importanti rumori aggiunti;
x dispnea ingravescente con saturimetria ridotta;
COME SI INTERVIENE: MANOVRE E TERAPIA CONSIGLIATE
Sicurezza dei soccorritori e dello scenario.
- Quick look clinico con approccio ABCDE
- Valutazione primaria del paziente
- Valutazione secondaria con anamnesi ed esame obiettivo per valutare le possibili diagnosi differenziali
La terapia dell’esacerbazione della BPCO in ambito territoriale non ha un indirizzo univoco e specifico e può essere guidata soltanto dalle conoscenze anamnestiche (inquadramento del grado di malattia I, II, III o IV), dal numero dei precedenti episodi di ricaduta e dalla risposta alla controversa terapia assistenziale e farmacologica da attuare.
In particolare la strategia terapeutica può prevedere i seguenti step a salire:
x controllo delle secrezioni (aspirazione);
x broncodilatatori (salbutamolo, ipratropio);
x cortisone (metilprednisolone, idrocortisone);
x ossigeno (a basse dosi utili a mantenere la usuale SpO2);
x CPAP (maschera di Boussignac nei soggetti con sufficiente forza muscolare);
x assistenza ventilatoria manuale (pallone auto-spansibile con peep);
x assistenza ventilatoria artificiale non invasiva con supporto pressorio (se disponibile). Il dosaggio farmacologico segue gli stessi indirizzi della crisi asmatica, mentre la peep utilizzata nel supporto ventilatorio deve rimanere tra i 5 e i 10 cm H2O e comunque mai superare i 12.
I criteri di ospedalizzazione prevedono una scelta dettata da assenza di miglioramento del trattamento domiciliare, dall’incertezza diagnostica (Grado I e II), dalla presenza di altre importanti patologie associate e soprattutto da un Insufficiente supporto familiare. Specificamente criteri più standardizzabili fanno riferimento a:
x BPCO Grave (grado III) riacutizzata (dispnea a riposo, Fr > 25/min, Fc > 110/min, PAS
< 90 mmHg;
x BPCO molto Grave (grado IV) riacutizzata (pz già in O2 terapia continuativa o in ventilazione domiciliare);
x insorgenza di nuovi segni all’obiettività clinica (febbre, scompenso cardiaco destro, cianosi, edemi periferici);
x comparsa di Aritmie cardiache di nuova insorgenza o età molto avanzata (pz> 75 aa).