L’articolo pubblicato sul quotidiano online “Sanità informazione” del 5 ottobre 2021 dal dr. Vergallo suscita curiosità per il fatto che, continuando ad agitarsi, non fa altro che contribuire – ancora una volta – a sminuire ulteriormente il significato delle sue stesse parole, nonché quello complessivo del convegno di Riva del Garda che ben si è prestato a sostenere le sue esternazioni fornendo una degna cornice adatta al suo comportamento. D’altronde, in altro contesto non sarebbe stato consentito al dr. Vergallo di tenere l’atteggiamento che ha avuto e tantomeno sarebbero state prese in considerazione le sue insostenibili tesi, che egli sembra ripetere continuamente come mantra che attesti invero come non ne sia convinto e debba innanzitutto convincere se stesso. Così, con il solito tono e i modi aggressivi a lui ormai abituali, cioè “…con la sua consueta schiettezza…”, come dice l’articolista della citata pubblicazione, afferma che il soccorso del 118 sul territorio è “… un soccorso che di fatto è ospedaliero…” e non può diventare “…una sorta di succedaneo della continuità assistenziale…”, per cui occorre demolire il SET-118 attuale e, una volta ridotto a pezzetti, distribuirne i residui all’uno o all’altro settore della lunga mano della medicina ospedaliera. Alla fine, resta “confuso” per quelle che, sempre secondo lui, sono da considerare “discrasie” all’interno del SET-118, riferendo ciò alla condizione di coesistenza di medici convenzionati insieme ad infermieri strutturati. Mah! Poi aggiunge che, bontà sua, il DM 70 non va bene e che va modificato (come peraltro in corso), senza tuttavia tener presente che, se vuole raggiungere il suo obiettivo, deve prevedere contestualmente una modifica radicale dell’assetto della sanità nazionale attuale per cui vanno modificate tutte le numerose norme di legge che trattano la materia e distinguono le attività territoriali da quelle ospedaliere, a partire dal Dlgsv 502/92 fino ai provvedimenti attuali, compresa la modifica di diverse edizioni dei LEA. Forse gli sarà sfuggito. Le affermazioni del dr Vergallo si giudicano da sole, e capisco perfettamente l’accanimento che impiega nell’improbo tentativo di riportare la sanità ad oltre 30 anni fa. Ci prova tentando di delegittimare apertamente, in modo peraltro scomposto, stucchevole ed arrogante, un intero settore, quello del SET-118, offendendo di continuo, e senza mezze misure, la dignità di tutti coloro che vi operano, medici, infermieri e volontari. Ritengo improbabile che qualcuno prenda in seria considerazione la sua ricetta, che prevede lo smembramento del SET-118, consegnato alle pretese invasive dell’ospedale, che il lavoro “complesso” degli interventi sul territorio sia assegnato agli infermieri eliminando progressivamente i medici, che una quota sempre maggiore di pazienti acuti e non critici per mancanza del filtro territoriale medico si riversi, ad arte, sui Pronto Soccorso, per mantenere, ovviemente, alti volumi di accesso, per quanto impropri, che possano magari scongiurare ulteriori chiusure ospedaliere, ritenute, sulla base dei dati di attività e più ancora di appropriatezza complessiva prestazionale, sacrificabili secondo gli standard delle future programmazioni sanitarie. Ma cosa toccherebbe agli anestesisti? Sicuramente quello che è toccato in passato, cioè le apicalità e le attività selezionate, quest’ultime da svolgere su un’ambulanza sita presso l’ospedale (pertanto inutile a causa delle distanze dal territorio) o sull’eliambulanza, per le quali, essendo in pochi (almeno così pare), sarebbero certamente disponibili a svolgerle in orario aggiuntivo molto ben remunerato a parte. Davvero una formidabile ed aurea nicchia da mantenere e da tutelare ad ogni costo! Ma accogliamo con piacere (ci genuflettiamo!) l’offerta “… Nonostante i fischi al Ddl della senatrice Castellone arrivati a Riva del Garda…”( link di ascolto ) alla disponibilità “…a confrontarci con tutte le parti politiche interessate alla riforma» spiega conciliante…”, probabilmente per offrire generosamente la possibilità di porre fine ad “…Un duello che si è riproposto dopo la firma della Carta di Riva del Garda…”, un duello che lui solo, perfetto sconosciuto in tema di vita e di cultura dedicata autenticamente vissuta dal 118 nazionale negli ultimi 29 anni, vive come tale. Continua, quindi, ad oltraggiare le istituzioni e a mostrare evidente disprezzo per chi tutela i bisogni dei cittadini, difendendolo dai soprusi e dagli opportunismi: “…Una società che ha nome SIS 118 recentemente ha emanato delle linee guida sull’elisoccorso prevedendo che per fare soccorso ci vuole il patentino dell’ACN della medicina generale. Questo non è accettabile…”. Gli sembra strano, o vuol far sembrare strano, che chi ha l’onere dell’emergenza extraospedaliera se ne preoccupi sotto ogni aspetto e si arroga addirittura il diritto-dovere di perimetrare le competenze di settore, vero e proprio improvvido restauratore delle “colonne d’Ercole”. Sinceramente, tralasciando la spontanea ironia che la vicenda inevitabilmente stimola, non trovo parole più adeguate di quelle usate dallo stesso dr. Vergallo per descrivere le sue stesse affermazioni. Sta di fatto che il suo comportamento finisce per screditare anche il convegno di Riva del Garda, visto che lo richiama a sostegno delle sue tesi e che, se appoggia questi toni ed i contenuti delle sue affermazioni senza prenderne almeno le distanze, finisce per assumere di fatto analoghe connotazioni, questa volta di sostanza e non solo di forma. In verità, bisogna dire che su questo piano il dr Vergallo non è solo, ma ha per compagno, altrettanto dispercettivo, il dr. Mario Costa, il quale, rinnegando sé stesso ed i principi portati avanti per oltre 25 anni nell’ambito della SIS118, di cui per ben 15 anni è stato presidente, sul potenziamento del SET-118, nonché contraddicendo apertamente il Manifesto della SIS118 e gli Standard della SIS118 proprio da lui in precedenza pienamente condivisi e pubblicamente sottoscritti, all’improvviso ha cambiato idea e, non essendo riuscito ad orientare ai suoi subentrati disegni la SIS118 ed i suoi iscritti, che ne avevano ben compreso le intenzioni, ne è fuoriuscito (tra l’altro provando ingenuamente ad addebitarne la responsabilità al Presidente in carica), e insieme ai trasfughi della SIS118 costituendo una nuova società, di cui ha assunto la presidenza, per sostenere l’esatto contrario delle sue precedenti, molto ben documentate, tesi. Al momento non sono noti i motivi particolari che lo abbiano indotto a cambiare così improvvisamente e radicalmente le sue convinzioni, ma sicuramente presto verranno fuori, anche con contributi da parte nostra. Va quindi preso atto, a onor del vero, che a mettere in cattiva luce il convegno di Riva del Garda e la famosa Carta con lo stesso nome, ci ha pensato anche il Comitato Organizzatore che, nella persona dell’infermiere dr. Andrea Andreucci, ha rincarato la dose mostrando aperta condivisione per le offese gratuite e fuori luogo rivolte durante il convegno ad un rappresentante dello Stato nell’adempimento delle sue funzioni, (link) quale la proposizione di un DDL, peraltro in quel momento assente, senza farsi scrupolo di mettere in imbarazzo gli altri rappresentanti delle istituzioni presenti e senza sentire il dovere ed avere il buon gusto di prenderne quantomeno le distanze. Singolare è poi, fra le altre, l’arrogarsi il diritto di ammettere come universalmente valide solo le affermazioni di parte, riportate in seno al convegno, in quanto espressione, a suo dire, della volontà di quelli che egli stesso ha definito essere gli “…stakeholders che davvero contano…”, come a dire che i potenti della Terra hanno emesso la loro sentenza e guai a chi prova ad opporsi. Tutto questo non eleva certamente il livello del convegno. Vi è anche un ulteriore elemento che fa mettere in dubbio la credibilità del Convegno di Riva del Garda e che riguarda il fatto che la stessa tematica è stata poi ripresa a distanza, appena di pochi giorni, da un altro convegno dal titolo “L’Emergenza Urgenza oltre l’Emergenza”, tenutosi a Milano, in Corso Magenta, il 24 settembre us,
questa volta con tanto di effige e logo di dichiarato stampo partitico, in cui la presenza di alcuno degli autorevoli partecipanti al convegno di Riva del Garda fa pensare che la materia, nello stimolare ma direi, più ancora, nello slatentizzare finalmente un chiaro interesse partitico, possa aver condizionato e limitato, in modo significativo, il significato scientifico e tecnico di quest’ultimo, facendone assumere piuttosto i contorni di una vera e propria “adunata”, il che pone quesiti aperti a livello nazionale sulla legittimità di profili ed incarichi istituzionali apicali assolutamente incompatibili con sbandierati vassallaggi di questo genere, mai visti in Sanità. Tutto questo è estremamente scorretto e deludente ed apre agli approfondimenti dovuti, a tutti i livelli, nel dibattito nazionale, riguardo le evidenze del pericolo di aperta strumentalizzazione di un modello di Sistema 118, peraltro dimostratosi ampiamente fallimentare, ormai utilizzato per dichiarati fini partitici ed elettorali. La verità, quella che brucia, è che la proposizione del DDL 1517 a prima firma della Senatrice Maria Domenica Castellone ha costretto a venire allo scoperto ed a palesare le proprie intenzioni tutti coloro che in passato, sottobanco, hanno impedito lo sviluppo dell’emergenza territoriale nell’intento affermare personalismi di lobby e di categorie specifiche e di piegarlo agli interessi dell’industria, determinando, a fronte dei propri ritorni, impoverimento e sfacelo del Sistema di Emergenza Territoriale 118 nazionale, a drastico nocumento del riconoscimento, delle tutele e della qualità di vita lavorativa dei suoi operatori. Non ci manca la possibilità di documentare in maggiore dettaglio. Come dice il nostro Presidente: “intelligenti pauca”. La SIS118 si batterà fino in fondo per tutelare i cittadini, il Sistema 118 costruito, faticato ed ampiamente onorato nei risultati negli ultimi 30 anni, affinché venga garantito e non piuttosto calpestato e ripiegato sugli ormai evidentissimi interessi di parte, come proprio la tragedia della COVID-19 ha ampiamente documentato, il primo irrinunciabile dei suoi diritti: il diritto alla salute.
Il Sistema 118 nazionale non è terra di conquista di nessuno. Su questo assicuriamo anche dalla nostra parte sereno confronto e tolleranza zero!
Fedele Clemente
Presidente Onorario SIS 118